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Gesù in scatola

È possibile che crediamo davvero che Colui che proclamiamo "Signore del cielo e della terra" possa rimanere chiuso in una scatola, sia pure dorata e di pregio, com'è in effetti un tabernacolo? Che Dio si possa incontrare solo tra le mura di una chiesa? Che venga solo in chi riceve l'Ostia consacrata? Continuiamo a fare l'errore degli idolatri: ridurre il divino alla nostra misura, renderlo un "oggetto" che si può vedere e toccare, che si può possedere e distribuire solo a pochi e selezionati "eletti"... È per questo che è venuto Cristo? Lui che era nato in una grotta piuttosto che nella reggia di Erode, che predicava per le strade e non aveva "dove posare il capo" (v. Luca 9,58 e Matteo 8,20), che parlava con tutti e tutte, soprattutto persone disprezzate e ai margini della società...  Davvero pensiamo che il Cattolicesimo sia un modo di seguire e onorare Gesù? O piuttosto noi stessi, nel nostro orgoglio di essere suoi seguaci esclusi...

Chi è Gesù (rewind)

Questa riflessione (con alcune modifiche) è stata scritta il 25 settembre 2020, dopo la fine del primo lockdown per il COVID-19 (maggio 2020), e alla vigilia della "seconda ondata", che porterà ad un nuovo decreto-legge restrittivo dal 7 ottobre, in provincia di Rimini, una delle prime zone rosse in Italia. Chi è Gesù per me? Colui che mi ha liberata ("Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi", San Paolo). E io ormai non riesco più a sopportare nessuna gabbia, nessuna schiavitù, che si tratti di un lavoro dipendente, di orari imposti, di incontri a cui andare, conferenze da seguire, riti e preghiere "di precetto"... Cristiano (o meglio Cattolico) è davvero chi segue tutte le messe, le novene, i rosari? Chi frequenta tutti i corsi biblici? Chi fa duemila "servizi" in parrocchia? E le persone? E la comunità? E l'Amore? Dove sono?