Fede e ragione

Diversi degli ultimi Papi si sono affannati a cercare di dimostrare che la fede in Gesù Cristo non è incompatibile con la ragione.
Ma in realtà ciò che molti obiettano non è che la fede o Gesù Cristo siano in contrasto  con la ragione, ma che lo siano i modi di parlare e di presentare la vita cristiana nelle parrocchie e nei discorsi istituzionalizzata da parte di rappresentanti della Chiesa Cattolica, siano essi cardinali, sacerdoti, religiosi e religiose...
Questo secondo me perché dopo il Concilio Vaticano II si è cercato di "aggiornare" l'impostazione della vita ecclesiale e la visione di Dio senza però modificare dogmi e liturgie e vocabolario.
Il risultato mi sembra come un castello di carte a cui è stata sottratta qualche carta alla base: non sta più in piedi. 
D'altronde la costruzione teorica e pratica del Cristianesimo è stata elaborata in secoli di riflessioni teologiche e filosofiche, ed aveva una sua logica che rovesciando alcuni presupposti viene a cadere.
È che il cristianesimo evangelico si è progressivamente allontanato dalle sue radici per cristallizzarsi in una vita religiosa spesso in contraddizione con il Vangelo stesso!
Per esempio si continua a sostenere che il sabato ebraico corrisponde alla nostra domenica, dimenticando che Gesù nei Vangeli è molto critico sulla pratica del sabato imposta dagli ultraortodossi farisei come insieme di obblighi e divieti. Per secoli si è convinta la gente a rispettare il precetto festivo con la paura dell'inferno, del giudizio divino e del discredito sociale, ma una volta tolta la paura, non ci si può lamentare che i fedeli non vadano più a messa la domenica!
Il Dio giudice che emergeva dalle omelie ante-Concilio è stato in seguito presentato come Padre misericordioso (meno male!), ma se Dio perdona tutti e sempre non si può poi continuare a insistere sul peccato e sulle pratiche penitenziali.
Si è cominciato giustamente a dire che i primi undici capitoli della Genesi sono da leggere in maniera simbolica, come racconti mitici che cercano di rispondere alle grandi domande che da sempre l'umanità si pone: da dove viene il male? Perché c'è la morte? Perché ci si uccide a vicenda?
Poi però a fondamento dell' iniziazione cristiana si pone il Battesimo ancora visto come cancellazione del "peccato originale" e per questo impartito fin da neonati, quando nei Vangeli il battesimo è una scelta consapevole della persona che decide di cambiare vita e seguire Gesù, per cui ovviamente viene chiesto dagli adulti!
Gesù non ha mai parlato di "peccato originale", ma della necessità di convertirsi, che tra l'altro segue e non precede l' incontro con Lui. Come se chi non si converte non possa essere perdonato e incontrare Gesù, mentre è proprio l'averlo incontrato e aver sperimentato il suo Amore misericordioso che conduce alla conversione!
Forse si è insistito troppo sul rispetto della Tradizione, senza però spiegare abbastanza che le prassi cambiano nel tempo e nello spazio e quindi vanno adeguate al mutare delle epoche e dei contesti e non prese come monoliti immutabili. Per cui molti fedeli si scandalizzano alla minima modifica, senza sapere che queste pratiche non derivano dagli insegnamenti evangelici ma dalle interpretazioni che se ne sono fatte nei secoli. Le basi teoriche sono state poste dai Padri greci, da teologi-filosofi come sant' Agostino e san Tommaso, da monaci medioevali...
Ma quello che forse ha influenzato più di tutto il Cattolicesimo rendendolo quello che è oggi è stato il Concilio di Trento a metà del 1500, per quanto quasi nessuno lo sappia. Da lì vengono la suddivisione in parrocchie, l' impostazione dei seminari, e tanto altro.









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